L’Azienda agricola di Manuel Pulcini. A pochi Km da Lucca
Iniziamo la settimana con il nostro sommelier Angela Crestani che ci fa conoscere un’altra eccellenza Toscana!
Ciao a tutti,
sono Angela Crestani, il resident sommelier del blog di Simona Genovali ed oggi vi presento un giovane e promettente enologo, che dopo un intenso periodo di formazione presso prestigiose cantine italiane ha deciso di abbandonare la carriera di dipendente e, con grande passione e forza di volontà, ha scelto di mettersi in gioco e produrre del vino secondo le proprie convinzioni personali.
Lui ha 31 anni, si chiama Manuel Pulcini, è di origine romana ma pisano di adozione; conosciamolo meglio!
Manuel, come ti sei approcciato al mondo viti-vinicolo?
La mia vita è sempre stata legata al mondo del vino, la mia famiglia aveva una piccola cantina nei dintorni di Roma e fin da adolescente insieme a mio fratello mi divertivo a fare vino – a insaputa dei miei ovviamente – mescolando tutto quello che mi capitava sotto mano.
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Ti sei laureato in enologia presso l’Università di Pisa nel 2014, ma hai lavorato in cantina sia prima che dopo le glorie accademiche, cosa hai fatto?
Nel 2010 ho lavorato nelle Langhe presso il Castello di Verduno come cantiniere, poi mi sono spostato a Frascati nella Cantina del Principe Pallavicini, nel 2012 sono tornato in Toscana prima nel grossetano a Colle Massari poi a Pontedera presso la Cantine Riccardi Toscanelli.
Dal 2014 invece ho iniziato ad accostarmi al mondo della biodinamica, dei vini naturali e delle fermentazioni spontanee attraverso collaborazioni con diverse aziende vinicole, prime tra tutte Macea di Borgo a Mozzano, la Fattoria Camigliano a Capannori a cui devo moltissimo e l’Azienda Agricola Fonterenza a Montalcino.
E dopo questi innumerevoli successi lavorativi hai fatto la coraggiosa scelta di fondare dal nulla un’azienda agricola tutta tua, ma come hai scelto la location perfetta?
Ho trascorso tutto il 2016 per trovare il posto giusto – girando nelle province di Pisa Lucca e Livorno con la mia Panda rossa – poiché io non cercavo solamente un appezzamento di terra, bensì qualcosa che riflettesse la mia ideologia di partenza: la “Land Recovery”.
Cosa intendi per “Land Recovery”?
Invece di piantare ex-novo le vigne volevo recuperare dei vigneti abbandonati, in modo che il patrimonio ampelografico (per i meno esperti sono le varie tipologie di uve) della zona invece di morire dimenticato, possa venire riscoperto ed apprezzato.
E a San Macario in Monte (LU) ho trovato quello che volevo.
Com’era la situazione quando hai deciso di prendere in mano la situazione?
Drammatica….( 🙂 ). Si tratta di 2,5 ettari vitati, alcuni vecchi impianti del 1985 ed altri del 2004 e 2005; ma tutto era stato abbandonato nel 2006. E io a gennaio 2017 ho affittato i 2,5 ettari, rovi inclusi. Ci sono voluti molti mesi per pulire.
Hai fatto tutto da solo?
No, fortunatamente ho potuto contare sul sostegno dei miei amici e sull’aiuto dei tirocinanti della Facoltà di Enologia dell’Università di Pisa.
In un clima di amicizia e collaborazione, abbiamo deciso di creare un team dove ognuno – in base alle proprie competenze – collabora per portare a compimento al meglio tutti i multisfaccettati aspetti di questo lavoro (lavoro in vigna e cantina, marketing, social, distribuzione…).
Tornando indietro nel tempo, dopo aver pulito la vigna e aver riconosciuto le varietà ampelografiche, sono curiosa di sapere come ti sei comportato durante la sfortunatissima gelata di aprile 2017, che ha distrutto la produzione di molte aziende in tutta Italia.
Ero nel primo anno di produzione, l’avventura era da poco cominciata, e mi sono dovuto scontrare con questa situazione critica. Non è stato facile – devo ammetterlo – ma assieme ai miei valenti collaboratori ci siamo ispirati ad una tecnica utilizzata in Borgogna: abbiamo acceso dei fuochi tra i vari filari per evitare che le gemme si gelassero e quindi abbiamo salvato il raccolto.
Nonostante le difficoltà sei riuscito a creare 4 notevoli tipologie di vino, ora ve li descrivo:
Ogni tipologia è associata ad un elemento naturale (acqua, aria, terra, fuoco) in base alle caratteriste intrinseche del vino
- Il cavallo di battaglia della produzione è la Marroca (75% trebbiano 25% malvasia e vermentino)
Il nome in antico dialetto toscano significa “il mostro del pozzo” e riprende la tipologia legata all’acqua.
Si tratta di un vino “tecnico”, infatti la vendemmia è anticipata, non è stato filtrato, la decantazione è avvenuta a freddo ed è stata utilizzata una tecnica particolare per la fermentazione (si tratta di una “fermentazione auto-saturante” che consente esaltare lo spettro aromatico del trebbiano che è generalmente di difficile estrazione).
Il colore è paglierino intenso, al naso è molto interessante in quanto si percepiscono bene le fragranze di fiori gialli e frutta fresca, ha una discreta mineralità ed una speziatura delicata. In bocca è fervido, quasi citrino, e chiude su una lunga scia fruttata.
- Bercio del Sirca (trebbiano + una bassissima % di vitigni complementari)
Anche qui il nome è in antico dialetto toscano e significa “l’urlo dell’avaro” perché l’appezzamento di terreno che genera i grappoli utilizzati per questo vino è in una posizione particolare: c’è sempre un venticello che produce un suono acuto che ricorda le urla di un uomo.
Inoltre il terreno qui non è particolarmente fertile, è una terra avara che dà poca quantità ma grandissima qualità. Ovviamente l’elemento associato è il vento.
Il vino che ne deriva non è di facile beva (è in parte macerato) a bassissima % di solfiti; come la Marroca, non è filtrato, ma rispetto ad essa è più torbido ed i precipitati sono ben visibili. In bocca chiude un retrogusto amarognolo che compensa una grande freschezza e sapidità.
- Barbicoa (syrah in purezza)
Il suo elemento è il fuoco perché è un vino “da brace”.
Attualmente sta riposando in barrique, e dovrà stazionare lì per ancora molti mesi. In inverno verrà imbottigliato e messo in commercio non prima della prossima primavera.
Io ho avuto l’onore di assaggiarlo e i presupposti sono eccezionali, profumi potenti e raffinati, gusto pieno e soddisfacente…ma non vi svelo di più, dovrete essere pazienti! 🙂
- Vizioramingo (tipico taglio lucchese, principalmente Sangiovese)
Il suo elemento è la terra e come il syrah non è ancora in commercio.
Ritorniamo con Manuel: le bottiglie presentano delle etichette particolari, la scelta da dove deriva?
Sono state fatte da Silvia Conflitto una giovane e promettente artista livornese che, innamoratasi del nostro vino, ha deciso di investire tempo ed impegno per la creazione di queste immagini originali.
Le sue creazioni artistiche si ispirano all’elemento naturale che ogni vino caratterizza, ricordano quasi l’irruenza e l’istintività dello Sturm und Drang e la sensibilità del romanticismo.
Dove possiamo degustare i tuoi vini?
Per ora a Pisa presso la vineria “Cecco Rivolta” e a Barga presso la “Locanda di mezzo”, ma ed effettuo spedizioni in tutta Italia e all’estero previo contatto sul mio sito.
Se qualcuno fosse però interessato a scoprire le mie vigne e la mia cantina, effettuo degustazioni e visite.
Potete contattarmi direttamente sul sito https://www.pulcinimanuel.it
Per ora da San Macario è tutto…ma tornerò presto per raccontarvi altre eccellenze toscane! Un saluto a tutti i lettori di Destinazione Toscana, Angela Crestani.
Grazie di questo racconto e della storia di Manuel, il suo coraggio e la sua determinazione nel recuperare vigneti antichi è uno sprone per tutti…e poi è giovanissimo…farà molta strada
Grazie! È un bell’incoraggiamento ?
Sono sempre affascinata dalle storie di chi decide di aprire una propria attività. Grazie di aver condiviso questo incontro. E’ molto interessante e ispirante.
Adesso ho solo voglia di assaggiare tutti i tipi di vini che propone. 🙂
…siii! più o meno l’effetto è questo ! 🙂
Mi piacciono queste attività e ancor di più le degustazioni di vino. Complimenti!
Grazie!
Onore a questo giovane enologo, che ha salvato letteralmente un vigneto abbandonato! Di solito si pensa ad impiantare nuovi vigneti, ma lui ha voluto ripristinare un vecchio vigneto con viti anche di 30 anni.
Auguri a lui e complimenti a voi che avete documentato il tutto.
grazie Tommaso. E’ bellissimo ascoltare le storie delle persone. Ognuno di noi forse è un po’ come un vecchio vigneto che a volte ha solo bisogno di cure maggiori invece di essere sostituito e buttato via. 🙂 grazie per essere passato.
Complimenti a Manuel per il grande impegno che mette nel suo lavoro. Mi hanno molto colpito le etichette dei vini. N
bella storia , bella passione , quella di Manuel. riportare a nuova vita una vigna dismessa non è cosa facile, dietro c’è un grande lavoro e mi ripeto una grande passione.
Un ragazzo d’oro direi, complimenti. 🙂
Grande esempio di imprenditorialità italiana. Manuel con forza ed impegno è riuscito a creare una bella realtà. Mi è piaciuto molto il tuo racconto. Bravo Manuel!
Grazie a tutti per i complimenti, per me la soddisfazione più grande, il valore dell’idea che si persegue si misura anche in questo, cioé la capacità di trasmetterla, qualsiasi idea, qualunque essa sia. Grazie ancora a tutti, soprattutto ad Angela ed il blog che mi hanno dato l’opportunità.
Ciao Manuel è stato un piacere conoscerti e far conoscere la tua azienda. A presto e buon lavoro!
Complimenti Manuel, le storie come la tua mi fanno pensare che non tutto è perduto.
Grazie anche a Simona e ad Angela che hanno capito l’importanza di pubblicare questa storia bella.
Grazie a te Federica per aver colto questa sfumatura.