E’ inutile: alle tentazioni, così come ai luoghi comuni, non possiamo resistere. Se vediamo una foto con un cipresso o un paesaggio raffigurato con alcune piante verdi all’orizzonte, l’immagine che fissiamo subito nella mente, è legata al paesaggio della Toscana. Ergo: Cipressi uguale Toscana. Prima di raccontarvi la storia che mi ha spinto a scrivere questo articolo, voglio darvi qualche informazione in più su questa pianta, il cui nome scientifico “cupressus sempervirens” è sorpassato ormai dal termine di uso comune “cipresso” o “cipresso del mediterraneo”.
Il cipresso un albero sempreverde, simbolo di immortalità
Il cipresso è un albero sempreverde: appartiene alla famiglia delle Cupressacee che comprende alberi tra i più resistenti e longevi del mondo. Per esempio, la sequoia appartiene a questa categoria. Il cipresso è un albero ad alto fusto diffuso in Italia, specialmente in alcune regioni come la Toscana.
I cipressi, fin da tempi antichi, sono stati utilizzati come elementi decorativi per abbellire ville, vecchi casolari, chiese e lunghi viali. Durante un viaggio in Toscana, soprattutto nelle zone vicino a città come Livorno, Grosseto, Pisa, Siena o Arezzo, li potrete vedere decorare con la loro bellezza, i margini delle strade oppure fare da avamposto, come vecchi guardiani, ai cancelli di antiche ville rinascimentali o nei pressi dei cimiteri.
La presenza dei cipressi vicino ai cimiteri è frutto della nostra cultura spirituale. Il cipresso infatti, è il simbolo per eccellenza dell’immortalità e rappresenta la vita dopo la morte. Con la sua chioma che cresce sempre più in alto, in direzione del sole, sembra voler avvicinarsi a Dio il più possibile. Nell’antica Roma si usava seppellire i defunti insieme ad un ramo di cipresso. Inoltre, il cipresso, è uno dei quattro legni, insieme alla palma, al cedro e all’ulivo con cui si narra, venne costruita la croce di Gesù.
Le piante di cipresso possono raggiungere i 25-30 metri di altezza. Alcuni esemplari, dopo tanti anni, possono arrivare fino a 50 metri. La corteccia del cipresso è di colore grigio-marrone. Se provate ad avvicinarvi ad una pianta, vedrete che il tronco ha diverse fessure, come tante cicatrici incise nell’arbusto.
Il legno di cipresso è utilizzato per lo più per realizzare mobili rustici, grazie alla particolarità delle sue venature che conferiscono alla mobilia, un aspetto ancora più ruvido. E’ considerato un legno pregiato, di eccellente qualità, in quanto forte e duraturo nel tempo. Inoltre è resistente ai parassiti, come le tarme per esempio, grazie al suo odore particolare che tiene lontani molte specie di insetti. E’ un legno resistente all’acqua. Per questo un tempo veniva utilizzato per costruire case e navi.
Le foglie del cipresso, se ci fate caso, hanno una forma stretta e allungata e sono di colore verde scuro. Potrebbero sembrare delle spighe verdi. Le palline marroni, che vi sarà capitato di vedere sui rami degli alberi, sono le “coccole” cioè i frutti del cipresso ed è la parte della pianta che viene utilizzata per creare l’olio essenziale di cipresso, adoperato in erboristeria per il trattamento dei disturbi del microcircolo e alle vie aeree.
Non tutti sanno che è possibile coltivare il cipresso anche in vaso. La sua forma affusolata lo rende un albero elegante e perfetto per questo tipo di coltivazione. Ricordatevi che è una pianta che ha bisogno di tanta luce, perciò posizionatelo in un luogo luminoso.
I cipressi nel mondo
Con il blog, mi capita di ricevere diverse foto di paesaggi toscani, fotografati da chi ha deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza nella nostra splendida regione.
Un giorno, mi è capitata una cosa buffissima. Ve la racconto, con il permesso di Milena, la ragazza che mi inviò una foto di un paesaggio costellato di cipressi, credendo che fossero i classici cipressi della Toscana.
In realtà, analizzando bene la foto, mi sorse subito un dubbio. Il paesaggio non sembrava poi così “toscano”.
Sembrava che il cipresso, al centro della foto, appoggiasse su terreno roccioso, costeggiato per lo più da rilievi montuosi. Tutto mi sembrava, tranne che la Toscana. Così chiesi a Milena maggiori informazioni sull’origine di quella foto.
Venne fuori che si trattava di una foto di un’amica, di un amico, di un’amica…che l’aveva spedita a Milena, per scherzo.
Quel paesaggio sullo sfondo non era infatti la Toscana. Era l’Iran.
Si, avevo letto bene: Iran. Il lontano paese del Medio Oriente che si affaccia sul Golfo del Persico.
E’ stato così che ho scoperto il Cipresso di Abarkuh, che non solo è un monumento nazionale in Iran, ma è uno degli alberi più antichi di tutto il mondo.
Secondo la leggenda, sarebbe stato piantato da Jafet, il figlio del profeta biblico Noè.
E’ stato così che ho scoperto che alcune specie di cipresso sono originarie dell’Iran e della Turchia.

Cipresso di Abarkuh
Altre invece della California e del Messico.
In Italia ed in particolare in Toscana, i cipressi sono stati introdotti in epoca Romana e da quel momento hanno fatto sempre parte del nostro paesaggio.
I cipressi si sono adattati perfettamente al clima mite del Mediterraneo e sono cresciuti in luoghi assolati e pieni di verde, come le nostre colline toscane.
Definire la Toscana solo dai cipressi non si può, così come talvolta non si può giudicare un libro da una copertina.
Quello che possiamo fare, è informarsi ogni volta che abbiamo una curiosità e non fermarsi alle apparenze.
Coltivare un po’ di sano spirito critico credo faccia bene a chiunque.
La voglia di confrontarsi, di approfondire e perché no, talvolta di mettere in discussione quello che ci viene propinato da qualcun altro, può aiutarci a crescere e a chiedere spiegazioni se qualcosa non è chiaro.
Ergo: Cipressi uguale Toscana ma non solo.
Informazione uguale desiderio di conoscere le cose fino in fondo, in qualunque posto del mondo voi siate.