Articolo in collaborazione con la dott.ssa Angela Crestani – sommelier
E’ da qualche tempo che tengo sott’occhio l’azienda Il Palagione di San Gimignano (in provincia di Siena) che vince premi, ottiene riconoscimenti e menzioni d’onore dal mondo vitivinicolo.
Sulla carta mi sembra una realtà anticonvenzionale che si stacca dalla tradizione centenaria della Vernaccia; un’azienda in Toscana guidata da un “non toscano”, ma spesso – penso tra me e me – le aziende di questo tipo si rivelano un fuoco di paglia.
Non potevo sbagliarmi di più!
Finalmente mi decido, prendo la macchina e arrivo nella splendida San Gimignano, con le sue torri e le colline rigogliose, e finalmente eccole: le vigne di vernaccia illuminate dal sole sono le protagoniste indiscusse di uno dei luoghi più magici della Toscana.
Pochi km a sud del famoso borgo eccomi a “Il Palagione”: parcheggio la macchina nel piazzale e mi incammino – senza saperlo – verso una di quelle degustazioni che ti rimarranno nel cuore per sempre, perché Giorgio – proprietario e cantiniere – non ti fa solo assaggiare i suoi vini, ma ti regala un’esperienza.
Il Palagione
Giorgio Comotti, il proprietario, è un lombardo DOC, anzi DOCG.
Mi racconta di essere stato un amante del vino fin dall’adolescenza. Infatti, per i suoi 18 anni, ha chiesto al padre un regalo particolare: non un orologio o un motorino ma due bottiglie di vino, un Barolo e un Barbaresco del ’58, suo anno di nascita.
Giorgio nel tempo si innamora della Toscana e assieme alla moglie decide di comprare una casa a San Gimignano dove poter passare con la famiglia i giorni liberi dal frenetico tram tram milanese.
Nel dicembre 1995 ricevono un regalo di Natale che cambierà la loro vita: trovano un podere in rovina con diversi ettari di terreno annesso, troppo grande per essere una casa estiva, ma perfetto per creare un piccolo agriturismo e – perché no – la terra si rivela perfetta per la piantumazione delle vigne.
E così a marzo 1996 la famiglia Comotti acquista il podere risalente al 1594.
L’anno successivo vengono piantati i vigneti e recuperate 130 piante di olivo; mentre le vigne crescevano Giorgio si dedica alla ristrutturazione della casa e all’edificazione della cantina.
La casa si compone di due piani principali, il piano superiore è adibito agli ospiti con 6 curatissime ed intime stanze, mentre la famiglia Comotti vive al piano inferiore.
E’ facile intuire che per Giorgio il Palagione non è un mero business, per Giorgio il Palagione è casa, e da bravo padrone di casa ha deciso le regole del maniero.
Ha attuato una scelta coraggiosa che attualmente sta riscuotendo molto successo sia in Italia che al Mondo, ovvero decide di interdire l’accesso al B&B a bambini e cani.
Tralasciando il fatto che Giorgio ama i bambini – ha infatti 3 figli, il maggiore sta terminando gli studi da enologo, il mediano è agrotecnico mentre la figlia è ostetrica – e gli animali, la decisione si rivela brillante a livello di marketing in quanto il target del piccolo B&B sono coppie di adulti che cercano pace e tranquillità, cosa che non potrebbe essere garantita se ci fossero fonti di rumore o disturbo esterno.
Ora, dopo questa breve digressione, vi racconto gli splendidi vini prodotti da questa cantina.
Il Palagione e i suoi vini
I vigneti si trovano in due diverse zone del comune di San Gimignano: abbiamo quelli del Palagione – ovvero 14 ettari situati tra i 250 e i 350 msl (metri sul mare) e contraddistinti dalla presenza nel suolo di fossili marini – e dal 2014 quelli in località Montagnana tra i 150 e 250 msl, la cui terra si differenzia per una percentuale maggiore di sabbia.
Parlando con Giorgio dei suoi vini è impossibile non notare l’estremo amore con cui li racconta e la grande passione che anima lo spirito di questo milanese in terra toscana. Giorgio è una persona speciale, cocciuto ma umile, estroso e determinato, che fin da subito ha avuto il coraggio di innovare una tradizione centenaria, portando un accento diverso in questa terra di tradizione e rigore.
Giorgio pensava che alla Vernaccia tradizionale mancasse lo sprint, il “grip”, ossia quella marcia in più per raggiungere la perfezione e, decidendo di sperimentare, ha raggiunto ottimi risultati!
Da sempre la Vernaccia di San Gimignano è conosciuta per essere un vino potente, largo, dai profumi nascosti (si tratta di un vino bianco che riesce a reggere gli abbinamenti con carni rosse), ma Giorgio ha voluto puntare più sull’acidità del vino piuttosto che sulla sua potenza, andando controcorrente e cercando quindi di declinare diversamente le caratteristiche del vitigno tradizionale.
(A tal proposito vi consiglio di andare da lui e farvi spiegare la sua teoria sull’innovazione e tradizione, non ve lo svelo, ma è una meraviglia sentirlo parlare!)
Ed ecco una descrizione dei suoi splendidi vini:
San Rosè
Vino rosè creato dalla vinificazione in bianco di uve Sangiovese al 100%; le bucce rimangono in contatto con il mosto per solo 2 ore durante la pressatura soffice, andando a donare al vino un luminoso colore rosa tenue; al naso è delicatamente fruttato e floreale mentre in bocca è fresco e sapido, lascia il palato pulito e con un lieve retrogusto di melograno.
Questo vino nasce per la convivialità, è pensato per l’avvento della primavera, quando la temperatura permette di fare i primi pranzi o cene all’aperto, quando – nonostante il fresco – la voglia di stare insieme in armonia e leggerezza dopo un freddo inverno è tanta.
Hydra
Vernaccia 100%, i vigneti utilizzati sono esposti prevalentemente a nord-est; alla pressatura, che è lenta e soffice, segue una lunga fermentazione a bassa temperatura in serbatoi di acciaio inox per fare sì che tutti i profumi del vitigno si esprimano nel bicchiere.
Il colore è giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso si scatenano profumi agrumati, di pesca bianca e ananas e un forte sentore minerale che si ritrova anche in bocca, accompagnato da freschezza esplosiva e da un sapidità bilanciata, che si conclude con un finale ammandorlato molto gradevole.
Questo è il vino simbolo del Palagione e, se posso dirlo, il mio preferito.
Lyra
Vernaccia 100%, l’uva proviene dai vitigni di località Montagnana e la vinificazione si differenzia da quella di Hydra poichè le uve vengono sottoposte a criomacerazione, inoltre dopo la pressatura il 10% del mosto viene fatto fermentare a in legno facendo sì che si inneschi una fermentazione malolattica.
Questo vino è più strutturato del precedente, è potente ma come ogni altro prodotto del Comotti è pulito fresco e sapido, al naso è intrigante, subito si notano sentori esotici, ammandorlati e di vaniglia a cui seguono degli interessantissimi sentori agrumati (il contrario di Hydra, dove prima si sente l’agrumato e poi l’esotico – provate a farci caso)
Ori
Vernaccia 100% riserva, qui l’esposizione dei vigneti è sud-est; la fermentazione del 70% delle uve avviene in fusti di rovere mentre il 30% in serbatoi di acciaio inox a bassa temperatura, per poi venire assemblate magistralmente dopo una permanenza di 10/12 mesi sui lieviti con rimontaggi e battonages settimanali.
Questo vino è pensato per la carne. Il colore è giallo paglierino con riflessi dorati, al naso è prorompente con sentori di frutta matura, nocciole, pistacchi, vaniglia e pepe bianco, in bocca è potente ma equilibrato e la sua lunga persistenza si coniuga perfettamente con la freschezza e sapidità che sono il leitmotiv aziendale.
Lei
100% Vernaccia
“Lei” è la Vernaccia, il vino che rappresenta il sodalizio d’amore tra Giorgio e questo poliedrico vitigno.
“Lei” non è un semplice esperimento, è un’esperienza gusto-olfattiva che lascia il segno.
Sono state prodotte solo 500 bottiglie nel 2017 e ho avuto la fortuna di degustarne una e portarmene a casa due!
La fermentazione di queste uve avviene in vasche di acciaio inox aperte. Il mosto macera per 30 giorni sulle bucce, non vi è alcun controllo sulla temperatura; qui è l’uva che si si esprime a pieno e crea una magica poesia senza quasi l’aiuto dell’uomo; dopo la macerazione il vino viene lasciato sulle fecce per 15 mesi e poi viene imbottigliato per un affinamento in bottiglia che durerà minimo 12 mesi.
Il colore è giallo dorato con dei rilessi caldi e brillanti che rifrangono la luce, il naso è stupefacente, è pulito nonostante le tecnica di vinificazione scelta, si sentono i profumi di una macerazione fine e non esagerata, con i tipici sentori eterei e di frutta matura. In bocca è un’esplosione, il suo gusto potente avvolge ogni papilla gustativa e la sua forza viene bilanciata magistralmente con una sapidità non scontata, lasciando un finale di bocca caldo e speziato.
Il Palagione non è solo campione in vini bianchi, ma ha creato dei vini da uve a bacca nera molto interessanti che vi elenco, ma che vi racconterò prossimamente:
- Trevite: Toscana rosso IGT 100% sangiovese
- Caelum: Chianti Colli Senesi DOCG, sangiovese 100%
- Draco: Chianti Colli Senesi Riserva DOCG, sangiovese 100%
- Antajr: Toscana Rosso IGT, sangiovese-merlot- cabernet sauvignon
- Ares: San Gimignano Merlot DOC, merlot 100%