Intervista a Lorenza Pieri. Direttamente dagli Stati Uniti per Destinazione Toscana.
Spiegaci in poche parole chi sei, dove vivi, cosa fai e che posto ha la scrittura nella tua vita ?
Mi chiamo Lorenza Pieri e sono cresciuta all’isola del Giglio. Attualmente vivo negli Stati Uniti, a Washington DC insieme alla mia famiglia.
Ho lavorato per quindici anni in editoria prima a Torino in una grande casa editrice, poi a Roma in una casa editrice indipendente.
Prima della scrittura ha avuto un posto preponderante nella mia vita la lettura. Per molti anni ho fatto anche la traduttrice letteraria dal francese.
Quindi posso dire che per molto tempo mi sono occupata dei libri degli altri, anche se ho sempre scritto, fin da bambina. Ma la consapevolezza di essere una scrittrice è arrivata molto tardi.
Il lavoro in editoria paradossalmente mi ha ostacolato più che aiutarmi, ho fatto molta fatica a vincere delle resistenze personali come editor di me stessa. Inoltre non mi sentivo mai all’altezza dei miei gusti di lettrice.
Parlaci del tuo libro. Qual è il titolo, di cosa tratta, com’è nato.
Il mio romanzo si intitola Isole minori ed è stato pubblicato dalla casa editrice e/o nel 2016.
Come già suggerisce il titolo è ambientato in un’isola minore, l’isola del Giglio per esattezza, ma è declinato al plurale perché c’è un’altra “isola minore” nel libro, che è del tutto metaforica: si tratta di Teresa, l’io narrante, che racconta la storia della sua famiglia e il suo rapporto con l’isola dal suo punto di vista di sorella minore, che si sente un po’ minore in tutto.
Teresa scoprirà crescendo di avere fatto della sua minorità una forma di forza interiore. Le vicende narrate nel libro, che coprono un arco temporale che va dal 1976 al 2012, riguardano la famiglia di Teresa e sono incorniciate tra due eventi storici realmente accaduti al Giglio, un posto apparentemente immutabile nel tempo, dove la storia sembra non passare, invece…
Il romanzo si chiude nel 2012 con il naufragio della Costa Concordia che è stato un evento terribile e di enorme portata e si apre nel 1976, con un episodio che nessuno ricorda ma a quei tempi ebbe grandissima risonanza.
I principali imputati della Strage di Piazza Fontana vennero mandati al confino sull’isola e la popolazione gigliese organizzò una grande protesta che riempì le pagine dei quotidiani.
Tra i manifestanti, all’epoca, ci furono anche i miei genitori che furono poi condannati per il blocco del porto, mentre in 36 anni di processi riguardanti la strage di Piazza Fontana furono tutti assolti.
L’idea del libro è nata dal desiderio di raccontare questo episodio dimenticato della nostra storia contemporanea, ma è stato solo l’inizio, il desiderio che mi ha dato il la, poi la storia di finzione in un certo senso ha preso il sopravvento.
Come hai conosciuto la casa editrice che ti ha pubblicato?
Conoscevo la casa editrice perché ammiravo da sempre il suo catalogo di narrativa straniera, ma non li ho contattati direttamente. Come dicevo ho lavorato molti anni in editoria e presentarmi come scrittrice ai colleghi che mi conoscevano in un’altra veste mi metteva in enorme imbarazzo, ho preferito affidare il compito di trovare un editore a un’agente letteraria.

Foto di casa editrice e/o
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare il tuo libro?
Il mio è stato un esordio tardivo. Ci ho messo molti anni a scrivere il romanzo, tra battute d’arresto, tre stesure, riscritture. A un certo punto avevo pensato di lasciar perdere. Poi un’agente, Laura Ceccacci, ha letto le ultime bozze e mi ha sgridata: il romanzo c’era. Mi ha fatto ritrovare la fiducia in me stessa e mi ha costretta a finire. Ha avuto ragione.
Negli ultimi anni ho usato molto Facebook più che altro per rimanere in contatto con gli amici italiani vivendo in un altro continente. Quando è uscito il libro l’ho usato per comunicare le presentazioni e condividere le recensioni.
È stato un mezzo molto utile, non solo per la promozione ma per la cosa più bella che possa succedere dopo aver pubblicato un libro: ricevere i messaggi e i commenti dei lettori.
Questo libro è una parentesi della tua vita oppure stai già pensando di scrivere altri romanzi?
Nessuna parentesi, è stata fin troppo lunga quella in cui non ho scritto. Sto finendo un secondo romanzo, che è ambientato di nuovo in Toscana, in un paesino del sud, quasi al confine con il Lazio, sul finire degli anni ’80.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Devo dire che sono molto contenta di come il libro è stato accolto, sia dalla stampa che dal pubblico.
Ovviamente è difficilissimo per me che vivo in un altro continente fare una promozione nel lungo periodo presenziando fisicamente. Ho seguito il lancio e fatto molte presentazioni nei primi tre mesi dall’uscita. Dopodiché se mi invitavano a un festival o a un evento o a una premiazione per me era quasi sempre impossibile partecipare.
La concorrenza è tantissima, i libri in uscita sempre più numerosi dei lettori, lo spazio sui giornali limitato e il tempo di permanenza in libreria sempre più ridotto, per cui la promozione diciamo che è già una gara persa in partenza. Una volta appurato questo, con l’anima in pace si fa tutto quello che si può senza lamentarsi troppo.
Suggerimenti per chi vuole pubblicare il suo primo libro?
Non avere la smania di pubblicare tanto per vedere il proprio nome in copertina, non pubblicare con editori a pagamento perché nella maggior parte dei casi è un inganno: se l’editore ti chiede i soldi per stampare le copie del libro figuriamoci se investirà un centesimo per distribuirlo bene e promuoverlo.
Un autore deve essere pagato perché scrivere è un mestiere e bisogna essere i primi a non accettare di svilirlo. Quindi: armarsi di pazienza, se necessario scrivere e riscrivere e avere il coraggio di buttare via quello che non è buono abbastanza, anche se noi ci affezioniamo a ogni personaggio, a ogni frase.
Posso dire una cosa incoraggiante avendo passato tanti anni dalla parte di chi i libri li selezionava: i libri buoni trovano sempre un editore e gli autori bravissimi, prima o poi, esordiscono.
Il tuo libro/autore preferito?
Questa è la mia domanda preferita! Non ho un solo autore preferito e dover nominare un solo libro mi mette un’angoscia terribile. Sono anche pessima nelle classifiche più ampie, ne metto dieci poi mi viene in mente un altro imprescindibile, poi mi dimentico, cambio gusti a seconda degli anni… quindi così, proprio forzandomi tantissimo in questo momento direi Gita al faro di Virginia Woolf.
Ma se me lo chiedessi domattina probabilmente ti risponderei L’isola di Arturo di Elsa Morante, e se me lo chiedessi domani pomeriggio ti direi La ragazza dai capelli strani di David Foster Wallace… e così via.
Dove possiamo trovarti in rete?
Come ho detto, potete contattarmi su Facebook. Lorenza Pieri c’è!
Non conoscevo questa scrittrice, approfondirò!
Il libro sembra interessante!
Bellissima intervista. Corro in libreria ad acquistare il libro. Grazie Simona
Ma prego! Sono sicura che non ti deluderà ?
Che bell’incoraggiamento che da. La cerchero’ in libreria quando ripassero’ per l’italia. 🙂
Non conoscevo questo libro, mi attira molto, penso lo prenderò!
Lo compro e lo regalo a mia mamma. Mio padre mi aveva parlato della protesta. Era in politica e se ne parlò alcune volte quando si faceva riferimento al processo per piazza Fontana
Sono un’appassuonata di libri e questo sembra davvero interessante. Ci faró un pensierino. Grazie del consiglio
Deve essere un libro molto interessante. I fatti li conosco per via della mia vita ‘precedente’. Lo leggerò