San Miniato: un affascinante borgo in Toscana famoso per il tartufo
(Articolo a cura di Francesca Bernabei e Barbara Puppa)
San Miniato e il tartufo sono un’accoppiata storica, vincente.
Come il pecorino con Pienza, il vino con il Chianti, i funghi con la Garfagnana.
Potremmo andare avanti ancora un bel po’ perché la Toscana è la culla del buon cibo, del buon vino e di luoghi bellissimi.
Sta di fatto che anche noi Toscani non la conosciamo così bene e non è detto che delle bontà sopra citate sappiamo davvero tutto o ne abbiamo davvero assaggiato la versione genuina.
E secondo noi, il tartufo è proprio una di queste.
Svegliarsi e sentire già odore di tartufo solo perché stai per andare a una giornata che prevede LA CACCIA AL TARTUFO può significare solo due cose:
- hai un problema di pulizia con la tua casa
- hai un amore grande per il tartufo
Noi apparteniamo (tutte) alla seconda. Tutte buone forchette, tutte instancabili esploratrici.
Eppure…
Alcune di noi non avevano mai visto San Miniato e non avevano mangiato mai il vero tartufo.
San Miniato. Dove si trova il vero tartufo ?
Quello bianco, il tartufo per eccellenza, si trova nei boschi, sotto terra a 40 cm; altri tipi di tartufo, come ad esempio quello estivo, a circa 15 cm.
E cercarlo rende ancora più bello il mangiarlo, perché a quel punto diventa una vera e propria esperienza a tutto tondo.
Abbiamo fatto questa esperienza con Massimo e Stella di TRUFFLE IN TUSCANY, tartufaio da generazioni con la sua dolcissima meticcia.
Vedere la felicità e l’orgoglio di Stella nel trovare questi diamanti preziosi non ha prezzo.
“Il tartufaio è un sognatore”. Ci ha accolti così Massimo.
“Il tartufo è il cibo degli dei, è una cosa sacra, è un motivo per tornare”.
Nessuno fiatava, si sentiva solo la coda energica di Stella.
E lì capisci che non tutti i tartufi sono uguali. E capisci anche il valore di questo fungo (sì è un fungo ipogeo, non un tubero).
San Miniato. A caccia di tartufi
Dopo una prima ispezione, a un certo punto Stella, motivata da Massimo, che è quasi un coach, ci regala la gioia di trovare il primo tartufo bianco. Apriti cielo, spalancati Instagram!
Il tartufo si fa prima avvicinare dalle zampe di Stella, poi arriva Massimo che con il cosiddetto “vanghino”, uno strumento fine e piatto usato proprio per la ricerca del tartufo, scava determinato ma con delicatezza. Questo diamante è fragile.
Poi arriva il secondo tartufo bianco e poi il terzo, nero! Mentre noi esultiamo manco l’Italia ai Mondiali, Massimo ci fa notare una cosa bellissima.
Il terreno è pieno (davvero pieno) di conchiglie fossili perché lì, dove ora si nascondono i tartufi, c’era il mare.
Ed è proprio la peculiarità organolettica di questo terreno a far sì che San Miniato sia uno dei tre luoghi, assieme ad Alba e Acqualagna, dove si trova il tartufo bianco.
San Miniato. Come si mangia il tartufo
TRUFFLE IN TUSCANY è anche degustazione. E dal bosco siamo finiti a tavola. Massimo e Letizia (la sorella) ospitano le persone nella loro meravigliosa sala home restaurant con cucina a vista. Con loro segui passo passo le ricette e non vedi l’ora di assaggiare tutto.
E poi c’è il papà che ancora si sente un apprendista del tartufo e tu ti rendi conto che una passione così va condivisa e raccontata.
E così abbiamo scoperto che non è vero che il tartufo si debba conservare nel riso; deve essere conservato con la terra (non lavandolo quindi) dentro della carta e lo si deve lavare con uno spazzolino circa 15 minuti prima di cucinarlo, prestando attenzione a fare con delicatezza questa operazione.
Ecco cosa ha preparato per noi Letizia:
- purea di ceci con fiocchi di sale e tartufo bianco
- ravioli ripieni di burrata e ricotta, con colatura di alici, nocciola e tartufo nero
- soufflé di patate con uovo in camicia, taleggio e tartufo bianco
- gelato con cioccolato fondente e tartufo bianco

Purea di ceci con tartufo

Ravioli ripieni di burrata e ricotta

soufflé di patate con tartufo

gelato con cioccolato e tartufo
San Miniato. Cosa vedere
Tempo di saluti e di attestati. A proposito, siamo Francesca e Barbara e da qualche mese collaboriamo insieme a Simona e al suo blog Destinazione Toscana e per 1 giorno siamo state ambasciatrici del tartufo di San Miniato!
A quel punto rimanere ancora più stupiti era davvero davvero dura.
Ma Sara (organizzatrice dell’intera giornata) ha fatto in modo che l’esperienza continuasse ad altissimi livelli.
Sara fa la guida turistica e cura un blog molto interessante su questo gioiello tra Pisa e Firenze, DISCOVER SAN MINIATO.
Insieme a Stefano hanno organizzato una CACCIA AL TESORO.
Scoprire così le bellezze di San Miniato è stata una cosa straordinaria, la consigliamo vivamente.
Armati di mappe, indizi, pance piene e sorrisi accesi, siamo partiti alla volta del borgo.

Francesca & Barbara
Ecco un po’ di punti di interesse in cui ci ha portato questa caccia al tesoro:
- Il Duomo
- La Rocca di Federico II
- La Torre di Matilde
- Il Seminario Vescovile
- Una statua di un tartufaio con il suo cane

Duomo

La Rocca

La Torre di Matilde

Seminario Vescovile

Statua del tartufaio
Non spoileriamo nulla, non diamo alcun indizio ma è stata una cosa davvero organizzata bene e con amore per il proprio territorio.
Sara, da buona guida turistica, a fine CACCIA DEL TESORO ci ha accompagnati in giro per il borgo e alla fine da San Miniato non vorresti più andare via.
Tra storia e leggenda, tra nomi altisonanti (Napoleone, Federico II, Leonardo Da Vinci, tra gli altri) e racconti di vita dei commercianti nel medioevo, ci siamo ritrovati di nuovo con le gambe sotto al tavolo!
E che tavolo! PEPENERO RISTORANTE DI GISBERTO ROSSI è un posto molto bello con un affaccio sulle colline che lascia senza fiato. Come l’ambiente in generale.
Un aperitivo vista Toscana a chiudere un percorso: siamo partiti annusando la terra e abbiamo chiuso guardando l’orizzonte.